martedì 28 settembre 2010

E' necessario il ricovero!



In compagnia di mille pensieri e tante preoccupazioni ero comunque arrivata alla fine del secondo trimestre: 27° settimana di gravidanza!
Erano gli ultimi giorni di febbraio ed erano venuti a trovarci i suoceri da Roma per un paio di giorni.
Quel mattino mi sentivo diversa dal solito. Suoceri a parte, mi sentivo come se avessi avuto mille energie senza poter riuscire a sfogarle, anzi sentivo di avere il viso e le orecchie rosse e molto calde.
Ogni volta però che provavo a distendermi mi sentivo soffocare, c'era qualcosa che mi premeva forte il petto, poi la gola perfino dietro al collo, fino a comprimermi la testa e facendomi pulsare le vene alle tempie.. Non riuscivo a calmare questa sgradevole sensazione.
All'improvviso, mentre mi rialzavo dal letto dopo uno dei miei numerosi tentativi di riposo, ho sentito chiaramente nella mia testa la voce di mio padre che mi chiamava:'pupacchia?.. pupacchia?!...' 
Avevo anche riconosciuto nella voce quel tono severo e preoccupato che usava, quando ero piccola, per richiamarmi e correggermi..
Era la prima volta che mi capitava una cosa del genere!
Nel corso della giornata non c'era alcun miglioramento e verso sera, la pressione massima era salita ancora, era a 175 mmHg. Un po' troppo alta. 
La mia dottoressa al telefono, sempre nel suo stile autorevole e calmo, mi invitava ad andare subito in ospedale per farmi controllare e mi consigliava di prepararmi per un eventuale ricovero.
Eravamo tutti spaventati e molto preoccupati.
La ginecologa di turno che trovai quella sera era molto dolce e materna. Mi accolse con un sorriso che non si spegneva mai in quel suo bel viso largo e solare. Si era seduta sul tavolo davanti a me e mi carezzava le guance rosse mentre ascoltava il mio racconto. Intanto l'infermiera si spostava velocemente nella stanza e faceva provviste di fogli e provette dai cassetti.
Dall'ecografia sembrava che il bambino stesse bene e che tutto fosse a posto, mentre la pressione era scesa a 160/90mmHg. Con un istantaneo esame delle urine risultava che la presenza di proteinuria e di albumina, che segnavano con +++, era troppo alta.
-"Mi dispiace.." si scusava la dottoressa "ma con questi valori non posso proprio farla tornare a casa. E' necessario il ricovero...!"

Nel reparto di Ostetricia il mio posto era in una stanzona a quattro letti, il mio era l'unico libero. 
Mi sforzavo di trovare lati positivi in tutto ciò e rallegrarmi del fatto che il mio letto fosse quello più vicino al bagno mi dava la percezione di quanto fosse disperata la mia situazione!
La mia rabbia cominciava in effetti a montare, come la panna..
Non erano ancora passate le dieci e in ospedale sembrava notte fonda.  
Tutto era silenzio, le luci nelle stanze e nel corridoio erano tutte spente, sembrava che tutti dormissero e io fossi l'unica sveglia al mondo! 
Solo due letti avevano ancora una luce fioca accesa ed erano quelli di fronte a me, cercavo quindi di sistemarmi per la notte facendo il minimo rumore possibile. 
Fuori dal reparto, seduto in un salottino di sedie in fila e luci al neon, era rimasto mio marito solo con i suoi pensieri.
-"Tutto bene?"
-"Si. Tu..?"
Ci cercavamo per farci coraggio in piccole dosi ogni volta e anche quel bacio di saluto era legato alla reciproca promessa di risentirci ancora prima di dormire. Stavamo vivendo qualcosa che, al momento, era più grande di noi e non potevamo cedere.

Al rientro in stanza c'erano due infermiere che mi svolazzavano intorno mentre mi infilavo nel letto. In questa danza le due farfalle bianche e azzurre mi infilzavano abilmente aghi ovunque e mi rubavano prelievi e valori da comunicare con urgenza ai medici di turno.
Avevo chiesto anche qualcosa da mangiare e loro da buone fatine mi avevano regalato: due pacchetti di fette biscottate, due formaggini e alcune compresse per cena, inoltre mi avevano lasciato anche una specie di damigiana di plastica da riempire ogni volta che facevo pipì, nel giro di ventiquattr'ore... No! La damigiana per favore, no!!!

Come nelle migliori favole poi le due fatine, prima di volare via per la notte, mi avevano lasciato una formula magica, alcune parole di raccomandazione che riecheggiavano ancora fra i metalli dei letti:
- "Se senti un forte mal di testa o un dolore a barra alla bocca dello stomaco, chiamaci subito..",
e mi avevano messo bene in vista il pulsante magico, quello per le emergenze, sul cuscino. 
Avevo promesso di farlo anche se in realtà non capivo di cosa mi stessero avvisando dal momento che non soffrivo affatto di mal di testa e tanto meno di dolori di stomaco.

Dal corridoio all'improvviso, a un volume impercettibile, si diffondeva l'inconfondibile sigla del Festival di Sanremo e la voce di Raffaella Carrà. Come uno squarcio in quella mia solitudine, quella voce mi riportava in una dimensione più familiare e mi teneva compagnia tanto che cominciavo a chiedermi '..che ci faccio io qui?' 
Poi mi tranquillizzavo rispondendo 'Ma sì, in fondo si tratta solo di ristabilire i valori..! ..qualche compressa e me ne torno a casa con la mia 'pancetta', a finire tranquillamente gli ultimi tre mesi di gravidanza sul divano, in completo relax, stavolta lo giuro!!'
Quella prima notte in ospedale piangevo e pregavo, chiedendo che tutto andasse bene.
Il mattino dopo con le prime luci era arrivata anche la neve e da mio letto vedevo le gazze bianche e nere che saltellavano eleganti sugli alberi. 

lunedì 20 settembre 2010

Il gioco semplice e divertente

Era tanto che non si andava in quell'enorme negozio giallo e blu di mobili, soprattutto con i nanetti (per evitare il nostro delirio nel doverli riacciuffare mentre scappano da tutte le parti saltando sui divani o scalando una libreria!) ma ieri abbiamo tentato.
Si sa che lì è tutto a misura di bimbo e l'area delle camerette e giocattoli è un mini luna-park fatto di pupazzi, casette, cuscinoni, specchi, sedioline, cucine e pentoline, (tanto che alla fine bisognava tirarli via) ma sul percorso stavolta abbiamo trovato anche alcune utilissime postazioni di gioco: le torrette con diverse proposte di divertimento fra cui un monitor touchscreen con 5 o 6 giochi nel menù tipo 'Scopri le differenze', 'Colora l'immagine', 'Fai un disegno'.. ed ecco fatta la magia! Avevamo tutto il tempo di guardare e confrontarci sugli acquisti.
Voglio dire che quel negozio è un bellissimo esempio di quanto siano ancora validi i giochi semplici, sani e anche economici perchè divertono sempre i nostri bambini: basta stimolare la loro fantasia e creatività!
E scusate l'ovvietà!

venerdì 17 settembre 2010

La gestosi: serve una dieta urgente!

In effetti avevo cominciato la gravidanza con molto appetito.
Ancora non sapevo di aspettare un bimbo e mi comprai un sacchetto di patatine al bar del traghetto che ci portava in Sardegna.
Mi meravigliai perché non mi erano mai piaciute infatti non ne avevo più mangiate dall'età di sette o forse otto anni, ma vederle sgranocchiare da un ragazzino annoiato dal viaggio mi aveva scatenato inaspettatamente un ricordo di sapori che, fino a quel momento, mi era stato sempre indifferente.   
In quella vacanza avevo una fame incredibile soprattutto di dolci pasta, ma la attribuivo all'aria di mare e alla scarsa qualità del cibo che disgraziatamente ci proponevano in albergo, e che ci stava portando a conoscere i migliori ristoranti dell'isola, ad assaporare i migliori piatti di pesce e a degustare fantastici vini!
Le seadas poi avevano un posto speciale nel mio cuore ..e pure nel mio stomaco!
Solo tornati a casa abbiamo poi scoperto la cicogna in arrivo!

A casa ero sola. Ci eravamo da poco trasferiti al nord con tanto entusiasmo e tanta voglia di cominciare insieme, e nel periodo più importante della mia vita sentivo la mancanza delle donne intorno a me. Avevamo ancora poche amicizie e mi mancava quell'affettuosa alleanza e quella complicità femminile che si crea naturalmente durante una gravidanza, a cui partecipano quotidianamente mamme, suocere, zie, cugine e amiche con le quali condividere i pensieri, e formare una squadra al femminile, una rete di sicurezza, un tessuto morbido di parole, consigli e gesti che sono carezze per l'anima e ti fanno diventare mamma ogni giorno.  
Per riempire quel vuoto avevo quindi cominciato a leggere libri e riviste per mamme da cui prendevo spunti e consigli utili.

Su una di quelle riviste avevo letto un suggerimento per contrastare la nausea dei primi mesi, così avevo preso l'abitudine di sgranocchiare dei cracker che portavo sempre in tutte le borse. 
Mangiavo quindi spesso fuori pasto per attenuare un vago senso di nausea...
Nei primissimi mesi mi piaceva molto il pane, i dolci e la pasta e ricordando un antico (e falso) proverbio popolare mangiavo liberamente per due, anche perché non avendo mai avuto particolari problemi di linea o di diete, assecondavo istintivamente la mia fame come un ritmo naturale di crescita del bimbo.
Ma i rimproveri severi della ginecologa che all'improvviso irrompeva nella mia vita e ne regolava tutti i dettagli, mi sollecitavano ora a cambiare dieta e a ridurre la quantità di carboidrati che avevo preso a ingurgitare senza controllo!

Ero quindi costretta ad abbandonare la mia personale soluzione per placare le nausee (e anche la fame di carboidrati) mangiando un cracker o un biscotto ..insomma un altro carboidrato, più volte al giorno.  
Sale e caffè erano ora esclusi dalla mia cucina (un'abitudine che è poi sopravvissuta alla gestosi, tanto che ancora oggi ho un complicato rapporto con il sale..).
Misuravo la pressione in farmacia due volte a settimana, e dall'espressione dei farmacisti avevo imparato a riconoscere il valore, sempre tendente al rialzo, della mia pressione.
Mai avuta una soddisfazione del tipo "Signora, la sua pressione oggi è perfetta! Vada pure tranquilla!.."

Intanto gli edemi non si fermavano affatto, anzi lievitavano insieme al mio peso.
Alla fine del sesto mese ero ormai demoralizzata e preoccupata: pesavo 18 kg. in più dall'inizio della gravidanza!
I miei 50 kg. ormai erano divenuti mitici: la mia comodissima taglia 40, che da sempre entrava in tutte le gonne, e si trasformava in una taglia 42 quando mi abbuffavo senza pietà, era diventata solo un triste ricordo!
Ora che avevo anche il collo, il viso, e i piedi permanentemente gonfi mi guardavo allo specchio, trasformata dalla gestosi come Fiona di Shreck, e rovistavo in fondo all'armadio cercando disperatamente qualcosa da mettere durante l'ultimo trimestre!


martedì 14 settembre 2010

La Gestosi: c'era qualcosa non andava..

..Lei corre un rischio reale del 30% di contrarre la gestosi..'
Più ripensavo alle parole della dottoressa più mi rendevo conto che in effetti c'era qualcosa che non andava..
Già da qualche settimana mi svegliavo sempre con le mani e i piedi gonfi, come non mi era mai accaduto prima e ci voleva almeno un'ora per farli ritornare normali..
Il primo giorno dell'anno poi mi ero svegliata con le mani gonfie come due palloncini: quella mattina mi ero preoccupata perché le mani erano davvero irriconoscibili e mentre tentavo di massaggiarle strofinandole una dentro l'altra, maledicevo le lenticchie immangiabili della sera prima. Ero sicura che quel gonfiore fosse dovuto a tutto il sale che mi era sfuggito nel tegame!
Ma a parte questo singolare episodio, mi chiedevo il motivo degli edemi che avevo ogni mattina, nonostante tutte le mie accortezze proprio per scongiurarne o rallentarne la comparsa..
E non riuscivo a trovare una risposta.
Camminavo molto e mi muovevo come avevo sempre fatto anche se al quinto mese mi sembrava in effetti un po' troppo presto per essere in difficoltà.. Ormai sapevo che anche quando facevo pochi passi mi stancavo molto, mi mancava il fiato ed ero costretta a tornare rapidamente verso casa con la sgradevole sensazione di avere i 'piedi palmati'.
Poi bastava riposarmi un po' con le gambe sollevate e aspettare pazientemente che i piedi tornassero normali.
In effetti anche le scarpe mi sembravano ogni giorno più strette..
Avevo comprato uno stock di calze elastiche a compressione graduata (70 denari..!!!) del tipo 'specifiche per gestanti' ..mi sembrava una buona idea per la circolazione sanguigna delle gambe, anzi nel mio caso mi sembrava che fossero addirittura indispensabili per l'inverno!
Senza saperlo mi ero invece inflitta una tortura che indossavo al mattino con un lento e paziente rituale: per infilarle dovevo infatti sdraiarmi sul letto, sollevare le gambe in alto, appoggiarle sul muro e infilare un piede per volta nella calza arrotolata ad anello fra le mani e srotolarla via via lentamente ma tirandola sempre su con forza dalla caviglia fino alla coscia e ..oplà! praticamente ero rivestita da una tuta di caucciù!
Seguendo uno dei tanti consigli letti da qualche parte, avevo anche preso l'abitudine di dormire con il materasso rialzato all'altezza delle gambe: un piccolo ulteriore accorgimento per migliorare la circolazione sanguigna ed evitare '..quel fastidioso gonfiore del mattino, tipico degli ultimi mesi di gravidanza'. 
Mah.. Forse avevo letto troppo e, come sempre per il mio carattere, cercavo di eliminare un problema anticipandolo e cogliendolo di sorpresa, così avevo preso 'tanti piccoli accorgimenti' per evitare quello che ora stava invece si stava rivelando 'Il mio problema'!
La dottoressa comunque aveva ragione a spronarmi in quel modo fin troppo brusco, le cose dovevano cambiare subito e questo era il campanello d'allarme.
Adesso che sapevo dove stavo sbagliando mi sarei comportata bene e avrei rimesso tutte le cose a posto!
Ero sicura di farcela.