domenica 17 ottobre 2010

L'Ira funesta delle maestre autoritarie

Ma esistono ancora le maestre autoritarie? 
Anzi le supplenti autoritarie, quelle inguaribilmente autoritarie, irrimediabilmente autoritarie.. che si trattengono un mese..
Quelle che non hanno il tempo ne' la voglia di cercare altre soluzioni per entrare in un rapporto normale e civile con i bambini.
Quelle che non hanno altre idee se non terrorizzarli e punirli costantemente, punendo tutti quando sbaglia uno solo.
Quelle che per tenerli in pugno sono capaci solo di umiliarli e ridicolizzarli.
Quelle che sanno solo rimproverarli e offenderli e che arrivano anche ad insultare ogni giorno le famiglie dicendo ai bambini che sono maleducati e che la colpa è dei loro genitori che non hanno saputi educarli...
E tutto questo veleno perché..? 
Perché non sei in grado di tenere in mano la situazione? Perché ignori altri modi civili di parlare con i bambini?
Perché il lavoro non è giusto, sei insoddisfatta e i bambini ti fanno letteralmente impazzire e proprio non li sopporti?.. Perché la paga non è sufficiente e i soldi oggi non bastano mai?.. Perché la riforma gelmini ha fatto solo danni?.. Perché la vita è così difficile! 
E allora la risolvi così:.. facendoti odiare.
Creando il clima di terrore in classe.
I bambini balbettano e obbediscono. E tu mantieni l'ordine, proprio come volevi tu! 
Si.. forse potrebbe nascere l'odio per la materia che insegni e magari può anche diventare un odio a vita.. ma tanto sono bambini e i bambini dimenticano facilmente, si dice.
Anzi forse non se ne accorgono neanche..! 
Però.. tu mantieni l'ordine e loro ti obbediscono!
Ah certo, tu sì che sei una brava maestra, una davvero forte! 

Il tuo trucco è rimproverarli sempre:

  • quando fanno a gara nel rispondere se chiedi le tabelline (e questo ti fa venire un terribile mal di testa!), 
  • se non sono abbastanza veloci nel ricopiare alla lavagna (ah be', devono imparare a scrivere veloci!), 
  • se cade una penna per terra (devono imparare a tenere le cose sul banco, cribbio!), 
  • se scrivono con le iniziali puntate come hanno sempre fatto (eh no, con te si cambia! Con te le parole si scrivono per intero! Non sei mica come tutte le altre, tu lasci il segno della cultura, mica robetta!), 
  • se si scambiano una parola durante la dettatura per aiutarsi perché non hanno capito (Ah ma devono aprire le orecchie! E poi quando ci sei tu non si parla!).. 
  • se uno non ha fatto i tuoi compiti o ha parlato allora è meglio che tutti saltino la ricreazione, così staranno attenti! che diamine!
  • mandare note a casa per ogni microscopico dettaglio o dimenticanza (così si accorgono tutti di te, e di quanto sei precisa!)
Ah, certo! I bambini devono imparare fin da subito a controllarsi! ..E soprattutto ad obbedire! La vita è dura, meglio che lo sappiano fin da ora!!! 
E le famiglie?
Certo che loro se ne accorgeranno prima o poi.. e quegli insopportabili genitori ansiosi e lamentosi si scateneranno con le loro inevitabili ire..
Ma si, basta dire che non è vero! ..che i figli sono esagerati..eehh!! per qualche piccolo rimprovero!
Funziona sempre!  

E' questo, tutto quello che riesci a fare?
Creare l'odio intorno a te.
Complimenti! Ecco perché c'hai sempre quella bella faccia incazzata!


giovedì 7 ottobre 2010

In ospedale: "Se dovesse succedere qualcosa penseremo prima a lei"

Se dovesse succedere qualcosa penseremo prima a lei
In ospedale le giornate cominciano molto presto.
Troppo presto perché alle sei c'era già la fila per il bagno!
Quel bagno, che la sera prima sembrava fosse solo per noi quattro, al mattino era invece condiviso con altre camere, tutte da quattro..
Dovevo svegliarmi molto presto al mattino, se non altro per avere qualche edema in meno! 
Comincia la giornata in ospedale.
Ore sette: prelievi. 
Tutte le infermiere avevano molte difficoltà con le mie vene: con la gestosi erano diventate troppo morbide e avendo anche le braccia gonfie non riuscivano nemmeno a trovarle, così giravano l'ago nel mio braccio e cercavano a lungo la vena. A volte si davano perfino il cambio sicure che la collega fosse più esperta.. per ogni loro affannosa ricerca mi restava sempre un ematoma in ricordo!
Ore otto: colazione.
La sera prima non avevo cenato ma finalmente ecco la colazione! 
- "Alt! - mi intimava all'improvviso un'infermiera che portava il carrello con le vivande. Poi con gli occhi fissi sui fogli di una cartella che teneva in mano, aggiungeva indicandomi - "Per la signora niente caffè.. Solo tè con due fette biscottate e marmellata!" 
-"Va be'.. basta che mi fate mangiare!"
Ore nove: visite mediche.
Non potevo fare a meno di ripensare al film di Sordi quando ho visto il medico con il gruppetto di giovani assistenti che lo seguivano e annuivano, ma qui il medico era gentile.
Ero un caso clinico interessante. Un breve scambio di informazioni e punti di vista e poi qualcuno di loro si era avvicinato premuroso per rivolgermi qualche domanda. Se ne erano poi andati tutti  lasciando ferme raccomandazioni a me e alle infermiere, e una serie di controlli da fare.
Il resto di quella prima giornata era un tempo infinito.
Non avendo nulla da leggere dovevo aspettare il pomeriggio per poter vedere mio marito, che sarebbe passato con i genitori in partenza per Roma. 
Cercavo intanto di scambiare una parola con qualche mamma ma era un po' difficile, sembrava che ognuna stesse un po' sulle sue.
Accanto al mio letto c'era una ragazza di Napoli che aspettava due gemelli. Aveva qualche problema con la placenta ed era sotto monitoraggio: era sempre attaccata ai fili di quella macchinetta e nella nostra stanza c'era il galoppo dei cuoricini dei suoi bimbi come sottofondo musicale.
Parlava poco e quando le ho spiegato i miei problemi ho visto sul suo viso la smorfia che confermava i miei prossimi guai!
Le altre due mamme invece erano della città, forse avevano altri figli e avevano i normali problemi di una donna dopo il parto. Forse si conoscevano già ma parlavano sempre fra loro e solo di poppate, orari e doppie pesate...erano una noia mortale! 
Meno male che sarebbero uscite entrambe a breve, forse sarebbe arrivata qualcuna più socievole.

Per due giorni mi controllavano tutto, e da brava paziente lasciavo fare.
Due iniezioni di cortisone per lo sviluppo dei polmoni del bimbo, due compresse sublinguali adalat crono per abbassare la pressione troppo alta e poi tanti prelievi, ecografie e monitoraggi continui nei quali risultava che il bimbo tutto sommato stava bene. Ero io che invece peggioravo!
Era poi venuta a trovarmi anche la mia ginecologa, un giorno di turno in ospedale.
Fra le altre cose mi disse che era meglio per me cambiare stanza: dovevo stare da sola e in assoluto riposo, senza lo stress e il chiacchiericcio delle visite degli altri parenti, senza la tv e possibilmente al buio. 
Immediatamente mi avevano trasferita. Avevo una stanza tutta per me!


Intanto i medici cercavano di tenere tutto sotto controllo ma sentivo una strana aria di attesa e di incertezza, come il silenzio prima della tempesta. 
Cominciavo a percepire le loro paure.
Nella confusione dei discorsi fra più medici insieme, uno di loro quel giorno mi aveva anticipato:
- "Se dovesse succedere qualcosa penseremo prima a lei.."  





venerdì 1 ottobre 2010

Ode al conte Umberto

Mio caro Umberto, mo' te confesso,
Quanno te vedo io me diverto:
Rutti provochi e cazzeggi
Quanno in piedi nun te reggi
Tra canotta e dito medio,
C'hai davero rotto er tedio!


Già te immaggino ner Po
A sciacquatte in quelle acque
Poi te vie' da fa' du' gocce
E te tocca de appoggiatte
Come fai r' vaso de coccio
Ecco la' trovi un caroccio!


Parli sempre de Pontida,
Ma lo vedi, porta sfiga?!
E già che eri 'n raffinato
A natura n' t'ha mijorato!


Urli sempre 'Roma ladrona'
Ma te famo 'n'opera bbona..!!
A Umbe', te lo dico cor core in mano:
Guarda che Arberto da Giussano
È solo 'na marca de grana padano!


Damme retta, lassa perde
Che co' tutto 'sto gran verde
Poi s'aritrovamo sempre
Con 'na manica de... voti a perde!


Daje Umbe', te vojo bbene!
Ma si 'tte serve t'o' ripasso:
Beato te che non capisci ..niente!!!


Embè che ffai, nun ridi?
Nun te piace 'sta battuta
E nnamo daje, 'n porta' offesa...
È normale, nun lo vedi,
Che so' istata fraintesa?!

Saluti da Roma
Con stima.


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