giovedì 11 novembre 2010

La visita del primario


Era appena cominciato Marzo ma nessuno se ne era accorto perché nevicava spesso!
I medici ultimamente parlavano solo di intervento e tutti aspettavano che il primario valutasse la situazione per stabilire una data.
Il cerchio si stringeva intorno a noi: la sera prima le famiglie avevano rotto gli indugi e macinavano i loro 500 chilometri in autostrada. Neanche la neve sull'appennino li avrebbe fermati!
Nel calore della mia stanzetta d'ospedale intanto incitavamo il nostro bimbo durante il monitoraggio della sera:
 - "Dài che domani sarà un giorno da guerrieri!" 
- "Forza, che bisogna combattere e mettercela tutta!” 
Volevamo prepararlo a giornate difficili ..e forse ci saremmo riusciti! 

Il mattino dopo mi ritrovavo i parenti nel corridoio di ostetricia mentre con Alf andavo dal primario per la visita decisiva!
Nell'ambulatorio c'era solo il vice-primario ad aspettarci.
Era un bravo medico che ormai conoscevo da qualche giorno e mi piaceva per la sua rispettosa gentilezza e umanità professionale.
Il primario invece era un uomo anziano e di grande esperienza, ma si era rivelato subito molto sgradevole e brusco, soprattutto durante la visita che aveva reso dolorosa!
Dopo un'ecografia, in cui tutto appariva stabile e sotto controllo, i due ci spiegavano che la gravidanza non poteva protrarsi ancora per molto e data la situazione d'allarme, avevano stabilito di intervenire con il taglio cesareo per il giorno successivo...
La visita sembrava ormai conclusa quando all'improvviso il primario aveva cominciato un discorso strano, come se stesse recitando un copione, e ne era uscito un delirio senza fine che tradiva ogni grettezza e freddo cinismo per spiegarci, in modo raccapricciante e con improbabili paragoni presi a prestito dall'agricoltura, che tutto poteva essere inutile!
Quell'uomo pronunciò parole come:
-“A quest'ora suo figlio potrebbe essere già morto! ...Facciamo, signora, come se lei fosse un albero con un frutto marcio o un ramo marcio.. noi tagliamo quel ramo, stacchiamo quel frutto, e l'albero torna sano....!”





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